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On-line la prima parte dell'intervista al professor Giorgio Luraschi!

Bwy

mercoledì 25 agosto 2010

INTERVISTA AL PROFESSOR GIORGIO LURASCHI (parte 1)

Professore, l’università a Como è percepita come un corpo estraneo. Secondo lei cosa manca a Como per essere una città universitaria? E soprattutto come noi studenti possiamo contribuire?
Che novità ragazzi! Pensate che, Monsignor Carloni, già 30 anni fa, diceva che Como è caratterizzata da tre “S”: Seta, Soldi e Solitudine. Ci ha azzeccato in pieno. Adesso la seta è in crisi, i soldi all’estero ma la solitudine rimane. Pensate i provvedimenti per l’apertura serale dei bar...
La famosa movida che comunque a Como non esiste.
Quando il Genoa è salito in serie A abbiamo fatto festa per due giorni. Qui a Como, in occasione dell’ultima promozione, i residenti hanno protestato per il baccano. Il comasco è un'individualista totale, non vuole turbative: sopporta i brianzoli che il sabato vengono a mangiare il gelato ma a stento e fastidiosamente. Quando nel ’94 abbiamo aperto l’Università,registrammo 610 matricole e il titolo cubitale della Provincia era “610 matricole, 610 disoccupati”. Pensate che incoraggiamento!
Ma perché il comasco è così?
Pensate: Giurisprudenza. “Gli affari miei li risolvo io, non dall’avvocato, che spreme soldi” poi il comasco, però, dall’avvocato ci và, ma a Milano …
Como è una città chiusa, che non si interessa del sociale, ma anche per questo a me piace. La nostra Università l’abbiamo inventata nel ’94, sono passati 16 anni, dobbiamo dargli il tempo di attecchire, Anche se questo, forse, è un po’ un luogo comune, perché in 16 anni molte avvisaglie di partecipazione non ci sono state.
Como-Varese è una rivalità storica, trova spazio sul piano didattico-universitario?
In Consiglio di Amministrazione la sedia della Provincia e del Comune sono sempre vuote. E poi Como si lamenta perchè prevale Varese, ma Varese ha una partecipazione che noi non abbiamo. Un Ateneo sul nostro territorio ha dato fastidio sin dall’inizio perchè il comasco non vede i vantaggi dell’Università, ecco, questo è il punto! Ma dove trovate voi una zona universitaria come questa dove non c’è un fast food, una libreria o una copisteria. ..Bisogna andare fino in via Mentana!
L’unico giornalaio che c’era ha chiuso…
io ho insegnato in tante università:Padova, Pavia ad esempio. In quelle città un’occhiata basta per rendersi conto che lì c’è un mondo che ruota intorno all'Università. Anche voi studenti, cosa fate per creare questo mondo? Frequentate le lezioni, poi? C’è, per fortuna, il barista varesino che anima il chiostro, ma sono 14 anni che qui non si fa quasi niente! La laurea se va bene serve per far carriera in comune, o in un ente pubblico. Un’atra cosa che mi da i nervi. Mia figlia che è avvocato, dice “mi spiace papà qui i laureati all’insubria non sono molto considerati” allora i genitori li mandano a Milano dove, per andare, si spendono soldi e tempo. L’idea di partenza è che questa università non possa essere all’altezza!
Forse perché è un Ateneo giovane.
No no. E’ la nostra mentalità di comaschi: “Quello di cui hanno bisogno i nostri figli sappiamo noi qual è se devono fare una università deve essere una università grande, dove c’è la cosiddetta “socializzazione” un altro punto che da il nervoso: oramai qui i comaschi sono in minoranza, la maggior parte vengono da fuori!
Pensi che a Padova c’è una via dedicata unicamente ai collegi universitari.
invece noi abbiamo solo 32 posti a santa Teresa…
Forse c’è anche un problema di comunicazione tra Università e i vari gradi dell’istruzione.
Sapete cosa manca? Mancano docenti di Como e ricercatori di Como. Non possiamo sempre chiedere a docenti di Milano di venir qui. E ahimè questo pesa. Noi dobbiamo stare attenti a non essere fagocitati, non tanto da Varese che non c’entra niente, ma da Milano! La rivalità Como-Varese non trova spazio sul piano didattico: se noi chiediamo qualcosa a Varese, state sicuri, ci sarà data.
Ma noi chiediamo qualcosa per costruire qualcosa?
No, noi pretendiamo che si divida in due ma mentre Varese fa un progetto,noi nemmeno li proponiamo. Ecco! Facciamo un bel progetto e presentiamolo al Rettore, sono sicuro che saremo esauditi.
Una lode ai comaschi?
Questo loro conservatorismo ha permesso di la città com’è. Le mura, il Lago: tutto è rimasto com’era, una realtà che pervade tutti del suo mistero.
Cosa direbbe ai comaschi, allora?
Che è ora di piantarla di ignorarci, di considerarci dei cioccolatai. Perchè poi io mi offendo. Ragazzi, quando mi vengono a dire: “i docenti devono essere come lei, la Viviani e il Rettore Conetti perché avete insegnato in Università importanti”. Chi dice queste parole dimentica che gli altri professori sono allievi degli autori dei testi studiati! Qui la qualità didattica è garantita! Qui funziona tutto in maniera esemplare, il rapporto con il docente è eccellente.
Autostima ed orgoglio per un'università targata Como: la ricetta giusta per rilanciare il nostro Ateneo.

Luca Parravicini e Valentina Nichele

(Fine parte 1)

2 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo con te. è la prima persona che incontri nel tuo percorso universitario che ti fa amare ciò che studi!

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